Un uso insolito del blu egizio nella pittura tarquiniese del “Maestro dei Baccanti”

Autori

  • Gloria Adinolfi Univeristà di Chieti e Pescara "Gabriele D'Annunzio"
  • Vincenzo Bellelli PACT (MIC - Parco Archeologico Cerveteri Tarquinia)
  • Rodolfo Carmagnola Progetto M.A.P.- Pegaso s.r.l.
  • Maria Cristina Tommassetti PACT (MIC - Parco Archeologico Cerveteri Tarquinia)

DOI:

https://doi.org/10.4454/ostraka.v33.1233

Parole chiave:

Tarquinia, Egyptian blue, Etruscan Painting, Visible-induced infrared luminescence

Abstract

Sono qui illustrati in via preliminare alcuni risultati derivati dalla caratterizzazione spaziale del blu egizio nelle tombe attribuite alla bottega del cd. Maestro dei Baccanti oggi accessibili. La ricerca, effettuata con l’ausilio della Visibile-induced infrared luminescence (VIL), ha portato ad importanti risultati che mostrano un uso del pigmento finora non documentato nella pittura etrusca sia per la costruzione che per la modellazione delle figure.

Gli espedienti tecnici evidenziati mostrano la consapevolezza della bottega delle proprietà particolari di illuminante del blu egizio nella creazione di volumi e sfumature di colore, contraddicendo la tradizionale visione di una rappresentazione bidimensionale della pittura anteriore al IV sec. a.C. basata esclusivamente sulla linea e con campiture di colore piatto. Sono emersi inoltre specifici accorgimenti volti ad enfatizzare la componente semantica del colore blu nella barba e nei capelli di alcuni personaggi “speciali”.

Pubblicato

2025-05-08

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Articoli, saggi e contributi

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