Abstract
Questo articolo sfida la visione dominante del processo decisionale legale come puramente razionale esaminando il ruolo delle dinamiche emotive nella pratica giudiziaria e della pubblica accusa. Basandosi su dati etnografici di processi penali italiani, l'articolo mostra che giudici e pubblici ministeri si impegnano in riflessioni emotive e regolano l'empatia nel prendere decisioni. Emozioni come l'interesse per l'imparzialità e l'obiettività, il dubbio e l'orgoglio professionale sono mostrati per informare, piuttosto che distorcere, il ragionamento legale. Lo studio sostiene che la riflessività emotiva e l'empatia costituiscono componenti nascoste ma essenziali del processo decisionale legale, suggerendo una comprensione più integrata di esso che abbraccia sia le dimensioni cognitive che emotive.